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Ricerca per la commissione PECH – Divieto di rigetto, obbligo di sbarco e rendimento massimo sostenibile (MSY) nel Mediterraneo occidentale: il caso italiano

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La riforma della politica comune della pesca (regolamento (UE) n. 1380/2013, PCP) fissa l'obiettivo strategico di mantenere le popolazioni degli stock sfruttati al di sopra dei livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile (MSY), entro un lasso di tempo ragionevole (al più tardi il 2020), tenendo conto dell'ecosistema marino. Un altro obiettivo della PCP consiste nell'eliminare gradualmente i rigetti, al più tardi entro il 1° gennaio 2019, (obbligo di sbarco, LO) in tutti i mari europei. Nel Mediterraneo l'obbligo di sbarco si applica solo alle specie per le quali è stata stabilita una taglia minima di riferimento per la conservazione (MCRS) (allegato III del regolamento (CE) n. 1967/2006). La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM) ha elaborato una strategia di medio periodo per migliorare, entro il 2020, la sostenibilità della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero. La Commissione europea ha proposto, di recente, un piano pluriennale per il recupero degli stock ittici del Mediterraneo occidentale (COM(2018) 115 final), riguardante soprattutto Francia, Italia e Spagna. La proposta è stata poi trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio. La PCP fornisce, ai gestori della pesca ed alle parti interessate, gli strumenti per l'assunzione di iniziative e di responsabilità ai fini dell'integrazione e della messa in atto di piani per la gestione dell'attività di pesca a livello regionale. Per facilitare la gestione da parte di questi soggetti è necessario sviluppare, valutare e utilizzare a livello regionale le specifiche conoscenze. La zona interessata dallo studio (sub-aree geografiche 9, 10 e 11) si estende da nord (Mar Ligure) a sud del Mar Tirreno e comprende i mari che circondano la Sardegna; fa parte dell'ecosistema del Mediterraneo occidentale ed è sfruttata dalle flotte italiane. La piattaforma continentale è esigua e presenta caratteristiche ecologiche assai eterogenee, con diversi habitat e comunità biologiche. La produttività della zona varia da una sub-area geografica (GSA) all'altra. Gli habitat essenziali (zone di crescita e di riproduzione) delle specie demersali sono diffusi in tutta l’area, con una localizzazione geografica delle aree di maggiore concentrazione degli stadi vitali delle diverse specie. La pesca presenta aspetti variegati e si caratterizza per l'interazione di diversi mestieri e attrezzi, in particolare per la cattura del nasello. La piccola pesca, con le barche disperse su un gran numero di porti e siti di sbarco, è tipica della zona; in generale, sbarchi e ricavi sono simili a quelli della pesca con reti da traino. La dipendenza di sbarchi e ricavi dall'insieme delle specie valutate/bersaglio è più marcata per le flotte dedite alla pesca di nasello, triglia di fango e crostacei.